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IN INTERNET GRATIS... E LA TAT?
22 Novembre 1999
Last update:5/12/99
TAT, illusione di risparmio!
Esempio
Confronto
Conclusioni
Accesso gratis a Internet e TAT
Cosa pensano i
provider dell'abolizione della TAT?
Conclusioni
TAT, illusione di risparmio!
Bolletta telefonica, si cambia.Congedata il 1° novembre 1999 la Tariffa Urbana a Tempo (TUT),
arriva ora la Tariffa A Tempo (TAT). Il calcolo è sul tempo effettivo
della telefonata, secondo quanto previsto dalla delibera 170/99 dell'Authority per le
Telecomunicazioni, uniformandosi alle tariffe interurbane e dei cellulari.
Nelle areee urbane la conversazione costa al minuto:
30.6 lire più Iva nelle ore di punta 8/18-30,
dal lunedì al venerdì e il sabato dalle 8 alle 13;
17.7 lire più Iva nelle altre fasce orarie
più 100 lire equivalente allo scatto di risposta per ogni chiamata (Set Up).
A questi costi si aggiunge il canone bimestrale, passato da 33.600 a 36.000 lire.
Non va sottvalutato il Set Up...
Esempio: se ogni abbonato Telecom telefonasse una
sola volta al giorno, l'azienda incasserebbe due miliardi e mezzo di lire (100 x 25
milioni di abbonati), quindi in due mesi con una brevissima telefonata giornaliera,
Telecom intascherebbe 150 miliardi.
Confronto: con la TUT una telefonata in orario di
punta della durata di 10 minuti, esclusa IVA, costava 381 lire, pari a 3 scatti;
con la TAT a parità di tempo si pagano ora 100 lire alla risposta e 306 lire per un
totale di 406 lire sempre più IVA.
Con la TAT dopo il 15° minuto di conversazione abbiamo uno sconto del 10%, quindi facendo
un breve calcolo, risulta che 20 minuti con la TUT costavano 635 lire, oggi con la
TAT paghiamo 697 lire.
Conclusioni: con l'abolizione degli scatti e
con il trucco dello sconto del 10% dopo il 15 ° minuto di conversazione la TAT è stata
inventata per confondere le idee svuotando sempre di più le nostre tasche a vantaggio
delle casse dell'ex monopolista.
Accesso gratis a Internet e TAT
L'accesso di massa alla Rete in Italia era rallentato dai prezzi degli abbonamenti al
provider che, sommati a quelli della bolletta, scoraggiavano ogni passo avanti.
Oggi le cose sono cambiate grazie alla nuova regolamentazione del servizio telefonico che
prevede la partecipazione dei provider agli utili delle telefonate urbane.
Sulla scia dei provider inglesi, Tiscali,
con il suo FreeNet, si è imposta in pochissimo tempo come la terza società con il
maggior numero di abbonati in Italia. In seguito si sono aperte anche le porte di
Infostrada con Libero, Telecom con ClubNet, Supereva, Kataweb, Worldonline.
Ma cosa pensano i
provider dell'abolizione della TUT e ora della TAT? La giudicano un grave
ostacolo alla diffusione di Internet in Italia, visto che i proventi di queste tariffe
consentono l'esistenza della connessione senza canone di attivazione.
In un'intervista fatta questo mese a Paolo
Nuti, vice presidente dell'AIIP (Associazione Italiana
Internet Provider), alla domanda: "chi sta meglio, il netsurfer italiano o il suo
collega americano?", Nuti rispondeva:"da noi un utente connesso con free
Internet paga il telefono in media circa 26 lire al minuto, tra scatto alla risposta,
tariffa ridotta e ora di punta. Negli Usa l'utente tipo, di America Online paga circa 21
dollari al mese, circa quello che spetterebbe ad un utente italiano con un'ora di
connessione al giorno. Ma visto che la nostra media è attorno ai 15 minuti e solo il 3%
degli utenti italiani sfrutta oltre un'ora di accesso al giorno, da noi Internet è più
conveniente."
In base ai dati forniti da Paolo Nuti, si puo'
fare un rapido calcolo:
egli è convinto che confrontare le 11.700 lire pagate mensilmente dall'italiano medio per
15 minuti di connessione giornaliera con i 21 $ (l'equivalente di circa 40.000 lire)
mensili pagati dall'americano sia una analisi possibile.
Ma è stato trascurato un dettaglio non da poco,
quello che l'americano ha l'opportunità di stare in rete quanto desidera, senza
preoccuparsi di scaricare nella memoria del suo PC pagine e pagine di ricerca.
Conclusioni:
ora, se l'italiano medio non stesse nel web più di 15 minuti al giorno, l'osservazione
fatta da Nuti sarebbe giustificata. Ma se non ci fosse un canone fisso da pagare al
mese, il popolo di internet raddoppierebbe la sua presenza in rete. I prezzi
americani, inoltre, differiscono da quelli nostrani, e la tariffa fissa mensile sarebbe
minore dei 21$ pagati dagli utenti americani.
Nel nostro paese, quindi, le tariffe favoriscono i navigatori saltuari o
"rapidi" e non un uso massiccio e quotidiano della Rete.
Massimo Conforti
A cura della redazione di NETMETA
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