C.Babbage
L’idea di calcolatore automatico nacque nel XIX secolo, per opera dell’inglese C.Babbage. Egli ideò la ‘Macchina Analitica’ (‘Analytical Engine’) nel 1833. Era dotata di separate unità di calcolo, di memoria e di ingresso-uscita dei dati (input-output) e si basava sull’esecuzione di un programma. Questi elementi costituiscono la struttura di base di tutti i successivi calcolatori, compresi quelli odierni.

Il programma doveva essere memorizzato su schede perforate, una invenzione applicata per la prima volta nel 1804 da J.Jacquard ai telai; questo congegno permetteva la tessitura automatica di disegni memorizzati sulle schede e rivoluzionò l’industria tessile, a sua volta settore trainante dell’intera rivoluzione industriale.
In modo similare, la ‘Macchina Analitica’ era comandata dal programma iscritto sulle schede. Le schede perforate sono state poi il principale strumento di input nei calcolatori fino al 1960.

In realtà la macchina di Babbage rimase allo stadio di progetto e non venne mai realizzata, a causa dello scarso sviluppo tecnologico dell’epoca. Babbage e la sua amica Lady Lovelace (biblio)spinsero la loro immaginazione oltre il semplice calcolo, prefigurando automi che giocavano a scacchi e l’esecuzione automatica di musica;
la ‘Macchina analitica’ sarebbe stata in grado di "agire su altre cose, oltre che sui numeri" (Lady Lovelace p.248). Addirittura, avrebbe potuto modificare il programma immagazzinato. Ma "la ‘Macchina analitica’ non ha la pretesa di creare alcunché. Può fare qualunque cosa siamo in grado di ordinarle di fare" (Ivi p.284).
E’ l’eterna questione che oppone la macchina stupida alla macchina intelligente, che appassionò gli studiosi di Intelligenza Artificiale più di cento anni dopo.