Metacomunicazione e media


Fino ad ora, parlando di ‘metacomunicazione’, ci siamo riferiti essenzialmente a relazioni comunicative faccia a faccia, dove vi è compresenza fisica degli interlocutori. Bateson, a differenza di Watzlawick, evidenzia come, in tali relazioni, la funzione metacomunicativa è prevalentemente assolta attraverso la comunicazione non verbale cinesica e paralinguistica, come ad esempio la mimica facciale, l’intonazione vocale, la gestualità. Il significato di un messaggio verbale viene ribaltato se, per esempio, il sorriso sulle labbra dell’emettitore metacomunica che si tratta di uno scherzo.

Se passiamo a considerare la comunicazione mediata tecnologicamente, dobbiamo evidenziare come la metacomunicazione dipenda dalla struttura comunicativa del medium e dalla compenetrazione di linguaggi e media differenti.


Intra-media
Inter-media



Intra-media
I media unidirezionali, che non permettono la risposta del ricevente, gli vietano qualsiasi metacomunicazione di chiarimento; egli può chiedersi : "Questa è una metafora ?" ; ma non può certo ricevere una risposta dall’emettitore. Il ricevente deve trovare la risposta nel messaggio.

In queste forme di comunicazione è, dunque, ancora più cogente l’importanza di una puntuale punteggiatura dei livelli del messaggio, poiché esso non è sottoponibile ad una successiva metacomunicazione interattiva.

Ogni medium configura differenti modalità di rapporto fra i comunicanti, differenti processi di codifica e decodifica dei messaggi, convoglia una pluralità di linguaggi che si modificano a seconda delle caratteristiche del medium.

L’uso dei media comporta l’apprendimento graduale delle modalità cognitive, linguistiche e comunicative adatte per tale uso, che si stabilizzano in altrettanti modelli , o sistemi di premesse.



Inter-media
Se fino ad ora abbiamo parlato genericamente di livelli di linguaggio e di comunicazione, ora dobbiamo considerare questi livelli come riferibili a linguaggi differenti.
Se al cinema guardiamo un film che parla di televisione, abbiamo un punto di vista esterno sulla televisione ; lo stesso film, visto alla televisione, diventa metatelevisione; l’autoreferenza del messaggio rispetto al medium che lo veicola ci induce a considerare il medium e l’uso che ne stiamo facendo ; se guardiamo la messa in scena del ‘guardare la TV’ siamo indotti a considerare il nostro ‘guardare la TV’.
escher
Galleria di stampe - M.C.Escher (Links) - litografia 1956


In "Galleria di stampe" vi è una circolarità tra quadro-città-galleria. Se osservassimo l'opera in una galleria di stampe, anzichè sul monitor, si innescherebbe un secondo anello tra (meta)galleria-(meta)quadro-(meta)osservatore.

L’autoreferenza può, dunque, emergere in relazione ai diversi aspetti implicati nella comunicazione : il pensiero, l’atto comunicativo, il linguaggio, il medium e il pluricontesto.

Oltre al riferimento esplicito ad altri media, alcuni medium mutuano, ‘incorporano’ linguaggi e modalità comunicative tipiche di altri media, modificandone l’uso e le caratteristiche. Questa ‘ibridazione’ può portare alla nascita di nuovi linguaggi e media, qualitativamente diversi, che vengono così considerati altri rispetto ai media originari; la loro esistenza modifica il senso e l’uso di questi ultimi.

Con tali cambiamenti l’individuo deve riuscire a riorganizzare il proprio sistema di premesse, per poter gestire quei linguaggi in contesti nuovi e poter usare i nuovi linguaggi.